Conoscere Giuseppe Calzi – intervista


Un rinnovato saluto a tutti.

Propongo in questo articolo un qualcosa di davvero interessante, un modo alternativo per conoscere le mie idee, la mia passione, il mio stile. Vi sottopongo un breve estratto della mia intervista del 15 dicembre 2015, rilasciata all’amica e collega Stefania Romito e disponibile in versione integrale sul suo blog, al link:

Intervista a Giuseppe Calzi

Non aggiungo altro, e lascio che siano le domande di Stefania e le mie risposte ad aprire un sentiero che vi accompagni attraverso alcune delle mie sfaccettature.

[…]

Carissimi amici di Ophelia’s friends, per lo spazio dedicato alle interviste ai membri del gruppo oggi ho il piacere di ospitare un giovane autore che ammiro moltissimo per il suo brillante talento. Il suo nome è Giuseppe Calzi.

(D) Ciao Giuseppe, sono davvero contenta di averti nel mio gruppo “Ophelia’s friends”! Anche tu sei un autore emergente, come molti di noi. Infatti è appena uscito il tuo primo romanzo dal titolo “Un dolore oscuro” che ha tutte le caratteristiche per essere considerato uno psico-thriller. Ma prima di parlare di questo, mi piacerebbe sapere com’è nata in te la passione per la scrittura.

(R) Innanzitutto ciao a te Stefania e a tutti. Banale e riduttivo sarebbe dirti che ho sempre letto molto, che ho letteralmente divorato pagine su pagine, libri su libri, sin dall’adolescenza: ovviamente credo che questo sia il pilastro sul quale poggia la mia passione. Poi però succede qualcosa, senti come un clic, ti accorgi che nella tua testa una porta si apre e ne esce una specie di luce, e quella luce per me è la fantasia, il saper chiudere gli occhi ed immaginare vite diverse, avvenimenti, particolari, scenari… Ad un certo punto, ti siedi davanti ad una risma di fogli di carta, ti prepari una matita tra le dita e cominci a dar vita ad un mondo, a dei personaggi, a delle relazioni, a delle emozioni e, perché no, a delle paure. Quindi ti accorgi di avere molto da “dire” e capisci che sarà difficile fermarsi, e che forse la scrittura è il mezzo migliore attraverso il quale esternare stati emotivi che troppo spesso ci attraversano senza neppure accorgersene. Io ho cominciato così e mi sono accorto sin dalle prime pagine che la passione era davvero forte.

[…]

(D) E ora parliamo del tuo romanzo “Un dolore oscuro”. Ho letto la trama e l’ho trovato estremamente interessante. Una vicenda in cui la suspense e il mistero si fondono perfettamente con la complessa psicologia del protagonista, Dave Metzelder. Ti andrebbe di tratteggiarci i suoi aspetti peculiari?

(R) Dave è un individuo impulsivo, ma allo stesso tempo deciso e con le idee chiare; è altresì un uomo estremamente razionale, o per lo meno si aggrappa alla razionalità, ma probabilmente non conosce la forza e la smisurata vastità delle sue stesse emozioni. Il nodo centrale della sua esistenza è che ama profondamente la moglie, e la malattia che colpisce Ellen gli infonde una rabbia senza limiti. Per un uomo estremamente razionale come Dave, ritrovarsi in un ambiente tanto ostile, ritrovarsi a lottare nell’infinita sfera dell’ignoto, e per di più rendendosene conto poco alla volta, non deve essere stato semplice. E’ in gioco molto di più della sua stessa vita.

(D) Questo racconto, ambientato negli Stati Uniti, tende a rappresentare due viaggi compiuti dal protagonista: uno geografico, alla ricerca di uno specialista in grado di curare la grave malattia della moglie, e l’altro psicologico che lo scaraventa nei meandri più profondi e inquietanti della sua mente. Il “viaggio” assume, quindi, connotazioni molto diverse. Ci vuoi parlare di questo?

(R) Ho voluto dare queste due rappresentazioni nette, quasi contrapposte, anche nella struttura del romanzo stesso. In sostanza la prima parte di “Un dolore oscuro” è incentrata sul viaggio fisico di Dave ed Ellen, mentre nella seconda parte il “viaggio” diventa una scoperta delle emozioni più profonde, una lotta alle proprie paure, un brancolare nel buio dell’ignoto, un districarsi nel labirinto della mente umana. Ad un certo punto, i due viaggi quasi si fondono, Dave comincia a vedere cose ben lontane dalla propria concezione razionale della vita; poi le due rappresentazioni si allontanano, salvo fondersi di nuovo nella parte conclusiva. Il finale è un concentrato di emozioni, adrenalina, velocità, durante il quale un “viaggio fisico” avviene all’interno di una struttura mentale che di reale ha ben poco (se riduciamo il concetto di reale a quanto normalmente crediamo di sapere, conoscere e toccare).

[…]

Giuseppe Calzi è un autore al quale piace indagare nei meandri della mente umana alla ricerca dei suoi lati più oscuri e tenebrosi. Un autore che conosce alla perfezione quegli strumenti narrativi in grado di generare ansia e terrore nel lettore e indurlo a rimanere incollato alla storia fino all’ultima pagina. Un autore che suggerisco di tenere d’occhio poichè sono certa che sentiremo molto parlare di lui in futuro.

Un ringraziamento ed un abbraccio a Stefania, persona ed autrice meravigliosa.

https://stefaniaromito67.wordpress.com/

Giuseppe Calzi