~ Il più bel regalo ~


“Il più bel regalo” è dedicato a tutti i bambini vittime di violenza
[…]
Non ho idea del motivo per il quale stia scrivendo tutto ciò e ancora più difficile è immaginare chi mai potrà sfogliare queste pagine, eppure sento il bisogno di liberare il fiume in piena che in questo momento attraversa il cuore di una madre profondamente addolorata.
Da che parte iniziare?
Difficile stabilirlo.
Potrei seguire un ordine dettato dalla pura e semplice cronologia dei fatti. Secondo la stessa logica, sarei tentata invece di partire dalla fine, dall’ultima parte della confessione, dalle parole amare di Linda, per poi ripercorrere la sua storia a ritroso, quindi giungere agli attimi più sconvolgenti di un racconto che persino a me pare delirante e surreale. Oppure, perché non andare subito diritto al cuore di questa orrenda faccenda?
Ho bisogno di prendermi una pausa, subito, dopo poche righe. E non me ne vergogno. Una volta riordinate le idee, forse tutto mi sembrerà meno improponibile, la storia mi apparirà più credibile e forse ogni pezzo andrà al suo posto. Probabilmente, gli occhi di una madre, che per anni non hanno saputo vedere, si apriranno all’improvviso. E scoprirò che il vero motivo per il quale mi trovo davanti a questi fogli bianchi è proprio questo: osservare in faccia l’orrore che non ho saputo vedere prima.
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“Il più bel regalo” è dedicato a tutti i bambini vittime di violenza
[…]
Non ho idea del motivo per il quale stia scrivendo tutto ciò e ancora più difficile è immaginare chi mai potrà sfogliare queste pagine, eppure sento il bisogno di liberare il fiume in piena che in questo momento attraversa il cuore di una madre profondamente addolorata.
Da che parte iniziare?
Difficile stabilirlo.
Potrei seguire un ordine dettato dalla pura e semplice cronologia dei fatti. Secondo la stessa logica, sarei tentata invece di partire dalla fine, dall’ultima parte della confessione, dalle parole amare di Linda, per poi ripercorrere la sua storia a ritroso, quindi giungere agli attimi più sconvolgenti di un racconto che persino a me pare delirante e surreale. Oppure, perché non andare subito diritto al cuore di questa orrenda faccenda?
Ho bisogno di prendermi una pausa, subito, dopo poche righe. E non me ne vergogno. Una volta riordinate le idee, forse tutto mi sembrerà meno improponibile, la storia mi apparirà più credibile e forse ogni pezzo andrà al suo posto. Probabilmente, gli occhi di una madre, che per anni non hanno saputo vedere, si apriranno all’improvviso. E scoprirò che il vero motivo per il quale mi trovo davanti a questi fogli bianchi è proprio questo: osservare in faccia l’orrore che non ho saputo vedere prima.
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