IT di Stephen King, nel profondo delle emozioni umane


Quale romanzo meglio di IT di Stephen King arriva a cogliere, descrivere ed analizzare, con un dettaglio quasi da lasciare senza fiato il lettore, le emozioni più profonde di un essere umano?

Un romanzo nel quale, una figura da sempre controversa ed ambigua come un clown diventa il fulcro di tutte le paure e di tutte le ansie di due generazioni apparentemente agli antipodi tra loro; bambini e adulti (quegli stessi bambini che a distanza di un quarto di secolo si ritrovano nel pieno della loro maturità) sono costretti a scavare nel buio più profondo delle proprie emozioni per trovare nell’amicizia, nell’unione e nella forza d’animo il coraggio per combattere non solo le proprie paure interiori, ma anche le contraddizioni e le suggestioni evocate dal mondo esterno.

Sogni, incubi e condizionamenti trasmessi dagli adulti da una parte, si fondono con emarginazione, bullismo e desolazione dall’altra parte. Eppure a tutto ciò si contrappongono i concetti profondi di amicizia, unione, abnegazione e spensierato coraggio fanciullesco, tutti fattori che in età adulta non vanno perdendosi, ma sicuramente appassiscono, o per lo meno sembrano nascondersi chissà dove dietro ad una barriera di esagerata razionalità.
Dal mio punto di vista, un’indagine tanto approfondita, seppure su tematiche non così ampie e diverse tra loro, l’ho potuta avvertire soltanto nelle opere di Luigi Pirandello, opere che, pur avendo più di un secolo alle spalle, nell’analisi del profondo delle emozioni umane sono estremamente attuali.

Partendo dall’enorme valore che associo a IT (e più in generale a quasi tutta la produzione letteraria di Stephen King), mi viene da sottolineare come il genere horror venga troppo spesso sottovalutato ed archiviato come sottogenere. In realtà l’horror (o thriller psicologico come preferisco definirlo), se sfruttato nel pieno delle sue potenzialità, può indagare le paure dell’uomo moderno meglio di qualsiasi altro genere letterario.

Giuseppe Calzi